“
... il positivo sconfigge sempre il negativo, il coraggio supera la paura, la
pazienza supera la collera e l’irritabilità .... “
Swami
Sivananda Sarasvati
Molte sostanze chimiche, sia quelle usate
in attività didattiche o di laboratorio o per medicazioni, ma anche quelle
utilizzate per la pulizia e per disinfettare possono presentare rischi per la
salute e la sicurezza.
Il nuovo D.M. relativo
alle Schede di Sicurezza
Oltre alle informazioni riportate
obbligatoriamente sulle etichette ed alle Schede Tecniche fornite con la
confezione, i produttori, ormai da 10 anni (D.M. 28/04/97 modificato dal D.M.
10/04/2000),, hanno l’obbligo di accompagnare ogni sostanza chimica pericolosa
messa in commercio, con una Scheda di Sicurezza nella quale devono essere
contenute ulteriori informazioni relative alla sostanza venduta.
Il DM 7 settembre 2002, riguardante le
modalità della informazione su sostanze e preparati pericolosi immessi in
commercio , ha ulteriormente specificato:
“ … Il responsabile dell'immissione sul
mercato di una sostanza o di un preparato, sia esso il fabbricante,
l'importatore o il distributore, deve fornire gratuitamente al
destinatario, che è l'utilizzatore professionale della sostanza o del
preparato, su supporto cartaceo o magnetico, una scheda informativa in
materia di sicurezza in occasione o anteriormente alla prima fornitura. La
scheda informativa deve essere aggiornata ogni qualvolta il fabbricante,
l'importatore o il distributore sia venuto a conoscenza di nuove e rilevanti
informazioni sulla sicurezza e la tutela della salute e dell'ambiente; esso è
tenuto a trasmettere la scheda aggiornata al fornitore. La scheda deve essere
redatta in lingua italiana e deve riportare la data di compilazione e dell'eventuale
aggiornamento.”
Questo Decreto entra completamente in
vigore per tutte le sostanze e preparati pericolosi a decorrere dal 30 luglio
2004.
In ogni
Scuola comunque già oggi, devono essere obbligatoriamente
presenti le Schede di Sicurezza di tutti i
prodotti chimici in uso,
specie quelle dei Laboratori.
Attualmente le norme, in vigore in tutta
Europa, sulle sostanze chimiche pericolose, prevedono 10 simboli di pericolo di
cui 9 per l’uomo ed 1 per l’ambiente.
Lo scopo della classificazione degli
agenti chimici è quello di identificare quelle loro proprietà che possono
essere fonte di rischio durante il loro impiego
Leggere le
schede di sicurezza vuol dire prendersi cura
della
propria salute e di quella dei bambini !!!
I farmaci
non sono etichettati in questo modo in quanto non rientrano in questa
normativa, MA E’ COMUNQUE IMPORTANTE TENERLI
IN APPOSITO ARMADIETTO LONTANO DALLA PORTATA DEI BAMBINI.
Ogni Scheda si sviluppa su 16 voci
obbligatorie:
1.
Elementi
identificativi della sostanza / preparato e del produttore
2.
Composizione
/ Informazione sugli ingredienti
3. Identificazione dei pericoli
4. Misure di primo soccorso
5.
Misure
antincendio
6.
Misure
in caso di fuoriuscita accidentale
7.
Manipolazione
e stoccaggio
8. Controllo dell’esposizione / protezione
individuale
9.
Proprietà
chimiche e fisiche
10.
Stabilità
e reattività
11. Informazioni tossicologiche
12.
Informazioni
ecologiche
13.
Considerazioni
sullo smaltimento
14.
Informazioni
sul trasporto
15.
Informazioni
sulla regolamentazione
16.
Altre
informazioni
Nelle Schede di Sicurezza leggete sempre
le voci n. 3 - 4 - 8 ed 11 !!!
ATTENZIONE AI
PRODOTTI ETICHETTATI R45, R49
perché identificano
prodotti cancerogeni.
In caso di
incidente di un bambino con una sostanza chimica (ingestione, spruzzo
nell’occhio, contatto con la pelle) intervenire seguendo il punto 4 “Misure di
Pronto Soccorso” della Scheda di sicurezza del prodotto.
Portare
sempre la Scheda e l’etichetta del prodotto al Pronto Soccorso Ospedaliero !!
Il
tipo di rischio chimico si può riconoscere dai simboli riportati sull’etichetta
del prodotto e quindi prima del loro utilizzo bisogna che gli operatori leggano
sempre attentamente l’etichetta e ne osservino le istruzioni.
Tossico (T) Molto tossico (T+) |
Nocivo (Xn) |
Facilmente ed estremamente infiammabile (F ed F+) |
Comburente (O) |
Corrosivo (C) |
Irritante (Xi) |
Esplosivo (E) |
Pericoloso per l’ambiente (<<N) |
||
DESCRIZIONE
DEI RISCHI |
|||||||||
- Sostanze e preparati tossici e nocivi
che comportano un rischio per la salute. - Le frasi R accompagnate da un numero
specificano il grado di tossicità. - Sono prodotti che penetrano
nell’organismo per inalazione, ingestione o attraverso la pelle |
- (F) Sono prodotti che si incendiano in
presenza di fiamma, di scintille o
superficie riscaldata. - (F+)
si incendiano anche a temperature inferiori a 0 gradi |
Per la combustione è necessaria la presenza di sostanza
combustibile, es. ossigeno e una fonte infiammabile; combustione accelerata da una sostanza
ricca di ossigeno (comburente). |
Le sostanze corrosive danneggiano gravemente i tessuti viventi
(ustioni). La reazione può verificarsi in presenza di acqua e umidità. |
Il contatto ripetuto con prodotti irritanti provoca reazioni di
infiammazione della pelle e/o delle mucose |
L’esplosione è una combustione estremamente rapida dipendente
dalle caratteristiche del prodotto, dalla fonte di calore, da urti, attriti o
contatti con reagenti. |
Sostanze
tossiche o pericolose per organismi acquatici, fauna o per lo strato di ozono
atmosferico. |
|||
ESEMPI
DI PRODOTTI |
|||||||||
Metanolo,
alcool, smacchiatori, disinfettanti, vernici |
Smacchianti,
solventi, prodotti per trattamento del legno |
Petrolio, benzina, alcool, metanolo, trementina, solventi, acetone, antigelo per vetri, colle |
Soda caustica, acido solforico, detersivi per forni,stoviglie,
sostanze per pulire tubazioni |
Varechina, trementina, ammoniaca , mastici |
Antigelo, vernici, aerosol sopra i 50° |
Pesticidi Clorofluorocarburi |
|||
PRECAUZIONI
DA OSSERVARE |
|||||||||
·
Per evitare qualsiasi
contatto con la pelle utilizzare i DPI quali guanti, schermi o tute. ·
Lavorare preferibilmente in
esterni o in locali ben aerati. ·
Osservare le basilari norme
igieniche: lavarsi le mani, non mangiare e fumare durante il lavoro. ·
Conservare i prodotti fuori
dalla portata di minori |
·
Conservare i prodotti in un
locale ben ventilato. ·
Mai utilizzare vicino ad una
fonte di calore o su una superficie calda, in prossimità di scintille o di
una fiamma non protetta. ·
Vietato fumare. ·
Non indossare indumenti di
nylon e sintetici ·
Conservare i prodotti
infiammabili (F) lontano dai prodotti comburenti (O) |
·
Conservare i prodotti
nell’imballaggio originale e chiusi. ·
Non depositarli sui
davanzali delle finestre o su mensole
poco stabili. ·
Proteggersi occhi e pelle
con i DPI adatti ·
Osservare le basilari norme
igieniche: lavarsi le mani ed il volto dopo l’uso. ·
Conservare i prodotti fuori
dalla portata di minori ·
In caso di incidente
lavarsi per almeno 10 minuti con acqua |
·
Evitare surriscalda mento,
urti e proteggere dai raggi solari. ·
Non conservare mai vicino a
fonti di calore, lampade o radiatori ·
Divieto assoluto di fumare |
· Eliminare il prodotto o i residui come rifiuto pericoloso. · Evitare contaminazioni ambientali sversando il prodotto in
tombini o lavandini o sui terreni |
|||||
Indichiamo di seguito, ai sensi del D.M.
28/04/97 modificato dal D.M. 10/04/2000, l‘elenco delle “Frasi di Rischio (R)”
e l’elenco dei “Consigli di prudenza (S)” (in neretto sono stati
evidenziati quelli più importanti da controllare a tutela della salute).
Leggete sempre le
frasi R ed i Consigli S
R1 Esplosivo allo stato secco.
R2 Rischio di esplosione per urto,
sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione.
R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento,
fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R4 Forma composti metallici esplosivi
molto sensibili.
R5 Pericolo di esplosione per
riscaldamento.
R6 Esplosivo a contatto o senza contatto
con l'aria.
R7 Può provocare un incendio.
R8 Può provocare l'accensione di materie
combustibili.
R9 Esplosivo in miscela con materie
combustibili.
R10 Infiammabile.
R11 Facilmente infiammabile.
R12 Estremamente infiammabile.
R14 Reagisce violentemente con l'acqua.
R15 A contatto con l'acqua libera gas
estremamente infiammabili.
R16 Pericolo di esplosione se mescolato con
sostanze comburenti.
R17 Spontaneamente infiammabile all'aria.
R18 Durante l'uso può formare con aria
miscele esplosive/infiammabili.
R19 Può formare perossidi esplosivi.
R20 Nocivo per inalazione.
R21 Nocivo a contatto con la pelle.
R22 Nocivo per ingestione.
R23 Tossico per inalazione.
R24 Tossico a contatto con la pelle.
R25 Tossico per ingestione.
R26 Molto tossico per inalazione.
R27 Molto tossico a contatto con la pelle.
R28 Molto tossico per ingestione.
R29 A contatto con l'acqua libera gas
tossici.
R30 Può divenire facilmente infiammabile
durante l'uso.
R31 A contatto con acidi libera gas
tossico.
R32 A contatto con acidi libera gas
altamente tossico.
R33 Pericolo di effetti cumulativi.
R34 Provoca ustioni.
R35 Provoca gravi ustioni.
R36 Irritante per gli occhi.
R37 Irritante per le vie respiratorie.
R38 Irritante per la pelle.
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto
gravi.
R40 Possibilità di effetti irreversibili.
R41 Rischio di gravi lesioni oculari.
R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione.
R43 Può provocare sensibilizzazione per
contatto con la pelle.
R44 Rischio di esplosione per riscaldamento
in ambiente confinato.
R45 Può provocare il cancro.
R46 Può provocare alterazioni genetiche
ereditarie.
R48 Pericolo di gravi danni per la salute
in caso di esposizione prolungata.
R49 Può provocare il cancro per inalazione.
R50 Altamente tossico per gli organismi
acquatici.
R51 Tossico per gli organismi acquatici.
R52 Nocivo per gli organismi acquatici.
R53 Può provocare a lungo termine effettivi
negativi per l'ambiente acquatico.
R54 Tossico per la flora.
R55 Tossico per la fauna.
R56 Tossico per gli organismi del terreno.
R57 Tossico per le api.
R58 Può provocare a lungo termine effetti
negativi per l'ambiente.
R59 Pericoloso per lo strato di ozono.
R60 Può ridurre la fertilità.
R61 Può danneggiare i bambini non ancora
nati.
R62 Possibile rischio di ridotta fertilità.
R63 Possibile rischio di danni ai bambini
non ancora nati.
R64 Possibile rischio per i bambini allattati
al seno.
R65 Può causare danni polmonari se
ingerito.
R66 L'esposizione ripetuta può provocare
secchezza e screpolatura della pelle.
R67 L'inalazione dei vapori può provocare
sonnolenza e vertigini.
S 1 Conservare sotto chiave.
S 2 Conservare fuori della portata dei
bambini.
S 3 Conservare in luogo fresco.
S 4 Conservare lontano da locali di
abitazione.
S 5 Conservare sotto (liquido appropriato
da indicarsi da parte del fabbricante).
S 6 Conservare sotto (gas inerte da
indicarsi da parte del fabbricante).
S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.
S 8 Conservare al riparo dall'umidità.
S 9 Conservare il recipiente in luogo ben
ventilato.
S 12 Non chiudere ermeticamente il
recipiente.
S 13 Conservare lontano da alimenti o mangimi
e da bevande.
S 14 Conservare lontano da (sostanze incompatibili da precisare da parte
del produttore).
S 15 Conservare lontano dal calore.
S 16 Conservare lontano da fiamme e scintille
- Non fumare.
S 17 Tenere lontano da sostanze combustibili.
S 18 Manipolare ed aprire il recipiente con
cautela.
S
20 Non mangiare né bere durante
l'impiego.
S
21 Non fumare durante l'impiego.
S
22 Non respirare le polveri.
S 23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol
[termine(i) appropriato(i) da precisare da parte del produttore].
S
24 Evitare il contatto con la
pelle.
S
25 Evitare il contatto con gli
occhi.
S
26 In caso di contatto con gli
occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare il
medico.
S
27 Togliersi di dosso
immediatamente gli indumenti contaminati.
S
28 In caso di contatto con la pelle
lavarsi immediatamente ed abbondantemente con (prodotti idonei da indicarsi da
parte del fabbricante).
S 29 Non gettare i residui nelle fognature.
S 30 Non versare acqua sul prodotto.
S 33 Evitare l'accumulo di cariche
elettrostatiche.
S 35 Non disfarsi del prodotto e del
recipiente se non con le dovute precauzioni.
S
36 Usare indumenti protettivi adatti.
S
37 Usare guanti adatti.
S
38 In caso di ventilazione
insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto.
S
39 Proteggersi gli occhi/la faccia.
S 40 Per pulire il pavimento e gli oggetti
contaminati da questo prodotto, usare... (da precisare da parte del
produttore).
S 41 In caso di incendio e/o esplosione non
respirare i fumi.
S 42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni
usare un apparecchio respiratorio adatto [termine(i) appropriato(i) da
precisare da parte del produttore].
S 43 In caso di incendio usare ... (mezzi
estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se l'acqua aumenta il
rischio precisare "Non usare acqua").
S
44 In caso di malessere consultare
il medico (se possibile, mostrargli l'etichetta).
S
45 In caso di incidente o di
malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli
l'etichetta).
S
46 In caso d'ingestione consultare
immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta.
S 47 Conservare a temperatura non superiore a
... °C (da precisare da parte del fabbricante).
S 48 Mantenere umido
con ... (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante).
S 49 Conservare soltanto nel recipiente
originale.
S 50 Non mescolare con ... (da specificare da
parte del fabbricante).
S
51 Usare soltanto in luogo ben
ventilato.
S
52 Non utilizzare su grandi
superfici in locali abitati.
S
53 Evitare l'esposizione -
procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso.
S 56 Smaltire questo materiale e relativi
contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali autorizzato.
S 57 Usare contenitori adeguati per evitare
l'inquinamento ambientale.
S 59 Richiedere informazioni al
produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio.
S 60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti
come rifiuti pericolosi.
S 61 Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi
alle istruzioni speciali schede informative in materia di
sicurezza.
S
62 Non provocare il vomito:
consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta.
S
63 In caso di inalazione, allontanare l’infortunato da zona
contaminata e metterlo a riposo.
S
64 In caso di ingestione sciacquare
la bocca con acqua (solamente se l'infortunato è cosciente).
Le norme di riferimento per
questa serie di problemi sono: -
D.Lgs. n.
52 del 3.02.97 -
D.Lgs. n.
285 del 16.07.98 -
D.M.
28/04/97 (obbligo Schede di Sicurezza) -
D.Lgs. n.
66 del 25.02.00 (esposizione agenti cancerogeni) -
D.M. del
10/04/2000 a modifica di quello del 28.04.97 (nuove Schede Sicurezza) -
D.M.
7.09.02 adempimenti sulle Schede di Sicurezza -
D.Lgs. n.
25 del 2.02.02 (esposizione ad agenti chimici ed obbligo di Valutazione del
Rischio)
ESEMPI
DI PRODOTTI CHIMICI PERICOLOSI IN USO IN ALCUNE ATTIVITA’ SCOLASTICHE
LABORATORI
DI CHIMICA BIOLOGIA E SCIENZE |
-
Prodotti
cancerogeni o sospetti canc.: cromato di potassio (usato nelle reazioni
di precipitazione), bicromato di potassio, indicatore orto-toluidina, Kit per
analisi acque (nitrati) con metalli pesanti; -
Prodotti
corrosivi: acidi e
basi (cloridrico, solforico, sodioidross.) -
Prodotti
tossici o nocivi: Sali d
metalli pesanti (cobalto, piombo) -
Prodotti
infiammabili: etere di
petrolio, alcool, sodio, potassio, bombole di propano e butano; -
Prodotti
esplosivi o comburenti: bombole di
idrogeno, ossigeno |
LABORATORI
DI EDUCAZIONE ARTISTICA E TECNICA |
Nelle attività manuali di
tecnica e di artistica si usano spesso: solventi, diluenti, smalti, vernici, colori
che possono essere -
Prodotti irritanti
o nocivi: acetone,
vernici spray, acquaragia, trielina (R40) o vernici contenenti cromo e piombo
(tossiche) -
Prodotti
infiammabili: acetone,
vernici spray, acquaragia -
In
falegnameria: polveri di
legni duri (cancerogeni) |
LABORATORI
DI FOTOGRAFIA |
Molti prodotti per lo sviluppo
fotografico sono irritanti, corrosivi o addirittura nocivi
(frase R40) |
ATTIVITA’
DI PULIZIA |
Tra i prodotti per la pulizia ci
sono sostanze etichettate come pericolose -
Prodotti
corrosivi: deceranti,
detergenti per scarichi occlusi -
Prodotti
irritanti: ammoniaca
e candeggina -
Prodotti
infiammabili: alcool; |
AREE
SEGRETERIA ED UFFICI |
Polveri di toner nei cambi delle
cartucce e nell’uso delle fotocopiatrici e stampanti laser : possibile
produzione di ozono (irritante) |
Strutture
comunitarie come quelle scolastiche sono riconosciute come luoghi a rischio per
la presenza di condizioni che potrebbero favorire lo sviluppo e la diffusione
di microrganismi patogeni. Una accurata igiene degli ambienti, degli arredi e
delle suppellettili contribuisce a diminuire o ad evitare la formazione e la
propagazione di malattie infettive e diffusive.
Ma i rischi infettivi in un ambiente dove
esistono molte condizioni che possono aumentarne la diffusione possono
dipendere anche da:
·
una errata informazione
·
convincimenti e suggestioni che devono essere sfatati e
corretti
·
assenza di procedure e norme di comportamento
specifiche.
Questo
è il nuovo simbolo da usare per segnalare un’area a rischio biologico (ad es.
nei Laboratori di Scienze (microbiologia e biologia) delle Scuole)
La diffusione di agenti infettanti come il
virus dell'epatite B, il virus dell'epatite C e quello dell'AIDS, possono
spaventare rispetto al rischio infettivo-biologico, ma la possibilità di
infettarsi e poi di ammalarsi (infezione e malattia non sono sinonimi)
dipende comunque da diversi fattori e soprattutto dalla presenza di ferite
aperte e sanguinanti in contatto tra due persone, oltre che dalla carica microbica
e dalle difese immunitarie dell'organismo.
L’infezione avviene quando i
microrganismi viventi (virus, batteri, funghi o parassiti) stabiliscono una
presenza attiva, tendendo a moltiplicarsi all’interno dell’ospite umano. Questa
situazione crea quadri caratteristici di malattia.
I microrganismi per infettare e dare
malattia devono trovare una via di accesso. Si considerano le seguenti:
·
aerea:
cavità nasali, laringe, trachea, bronchi, alveoli polmonari è es. virus influenza
·
oro-fecale:
bocca, esofago, stomaco, intestino tenue/crasso è es. salmonella, epatite A
·
da
contatto:
infezioni cutanee è es.scabbia, pediculosi
·
parenterale
e sessuale:
sangue-sangue; liq.bio-sangue è es. virus epatite B,C HIV
La trasmissione può essere diretta
da uomo a uomo, oppure indiretta
attraverso la mediazione di un vettore.
Malattie a trasmissione diretta sono Influenza,
Varicella, Meningite
e Morbillo.
Malattie a trasmissione indiretta
sono Peste, Tetano, Malaria.
E’ importante che gli operatori della
scuola conoscano il livello di protezione che oggi hanno i bambini che
frequentano.
Rispetto alle generazioni precedenti oggi
i bambini sono sottoposti ad una serie di vaccinazioni obbligatorie secondo il
calendario:
1. Antipolio Sabin 4 richiami nei primi due anni di vita
del bambino
2. Antidifterica 3 richiami nei primi due anni di
vita del bambino
2 richiami ogni 5 anni
3. Antitetanica 3 richiami nei primi due anni di
vita del bambino
2 richiami
ogni 5 anni
poi
richiami ogni 5-10 anni
4. AntiEpatite B 3 dosi nei primi due anni
di vita del bambino
ALTRE
VACCINAZIONI CONSIGLIATE
1. Anti-Rosolia 1 dose nei primi due anni di vita
del bambino
ALTRE
VACCINAZIONI EVENTUALI
1. Antimorbillo 1 dose nei primi due anni di vita
del bambino
2. Antiparotite 1 dose nei primi due anni di vita
del bambino
3. Antipertosse 1 dose nei primi due anni di vita
del bambino
Prendendo in considerazione la
popolazione adulta che opera nella scuola non ci sono vaccinazioni obbligatorie,
ma vaccinazioni raccomandate
La vaccinazione contro l'influenza è
raccomandata a
chi opera in situazioni comunitarie come scuole ed ospedali.
La vaccinazione antirosolia è raccomandata
per tutte le donne in età fertile che operano in situazioni comunitarie
(insegnanti, infermiere, ausiliarie). Nei tre mesi successivi all’inoculazione
deve essere però assolutamente evitata la gravidanza.
La vaccinazione trivalente
(morbillo-parotite e pertosse) viene oggi più considerata perchè
non si sottovaluta l’immunità al Morbillo che può dare serie conseguenze
se contratto in età adulta (negli
ultimi anni infatti si sono verificati alcuni casi di enecefalite post morbillo).
Per questo si consiglia il controllo del proprio stato immunitario (specie per
operatori di Nidi e Scuole materne) rispetto al Morbillo per verificare se non
sia necessaria una copertura vaccinale specifica (trivalente). Nei tre mesi
successivi all’inoculazione deve essere però evitata la gravidanza.
Solo
lo stato immunitario individuale alla Rosolia può venir richiesto da parte
della Scuola ad una dipendente in età fertile perché serve per la Valutazione
dei Rischi in caso di gravidanza (ex Dlgs.151/2001.
La pediculosi: un problema che spesso colpisce la comunità
scolastica
Le
infestazioni da pidocchio del capo si ripresentano ogni anno alla riapertura
delle scuole. Si tratta di una malattia non grave né pericolosa, ma che si
trasmette con molta facilità e crea spesso disagio e preoccupazione.
La
pediculosi non viene trasmessa dagli animali domestici, non è sempre
riconducibile a scarsa igiene personale e la disinfestazione dell’ambiente non
è utile per prevenire il contagio della comunità scolastica. I pidocchi non
causano infezioni e non trasmettono né virus né batteri, sono piuttosto le
escoriazioni dovute al continuo grattarsi (specie se le unghie sono sporche) a
provocare le infezioni. E’ importante invece:
-
ispezionare
con regolarità il capo di bambini
-
educare
i bambini a non scambiarsi oggetti personali come pettini, nastri,
fermacapelli, cuffie,sciarpe o cappelli ed altri effetti personali
-
non
lasciare ammucchiare i capi di abbigliamento sugli attaccapanni o sulle panche,
anche negli spogliatoi delle palestre
-
passare
con aspirapolvere eventuali cuscini, divani e tappeti.
Regole di prevenzione generale dal rischio di contaminazione/infezione
1.
Il
sangue di tutti i bambini e degli altri adulti presenti a scuola va sempre
considerato potenzialmente infetto.
2.
Indossare
sempre i guanti quando ci si appresta a svolgere interventi dove è possibile
il contatto con sangue o altri liquidi
biologici o materiale organico.
3.
Lavare
sempre con acqua e sapone e con cura le mani dopo l’esecuzione di tali manovre,
anche se svolte con i guanti.
4.
Non
uscire con i guanti usati come protezione dall’area di lavoro (infermeria,
laboratorio, aula, palestra etc.)
5.
Porre
particolare attenzione nel riordino del materiale usato durante la medicazione
per evitare punture o tagli accidentali.
6.
Eliminare
subito con ipoclorito di sodio eventuali macchie di sangue su superfici ed
oggetti.
IN
CASO DI ESPOSIZIONE ACCIDENTALE a
materiale potenzialmente infetto in seguito a punture, tagli, contatto mucoso (ad
es. sangue negli occhi), lesioni profonde della cute:
1.
Aumentare
il sanguinamento e detergere abbondantemente con acqua e sapone.
2.
Se
non sono state colpite mucose
disinfettare con amuchina al 10%.
2a. In caso di contatto con il cavo
orale risciacquare con amuchina al 5%.
2b. In caso di contatto con le congiuntive
(OCCHI) risciacquare solo con acqua.
3.
Recarsi
immediatamente al Pronto Soccorso
più vicino dove verrà attivata la procedura per la denuncia di infortunio e
l’invio al Servizio di Igiene Pubblica.
4.
Presso
il Servizio dell’ASL verranno effettuati accertamenti sanitari su infortunato e
fonte.
5.
Il
Servizio di Igiene, previo consenso dell’infortunato, provvederà ad un prelievo
per l’accertamento dello stato immunologico, eventuale terapia preventiva e/o
avvio del follow-up (controllo per epatite C ed Hiv).
Nella Scuola i mezzi protettivi più
utilizzati sono i GUANTI. Essi vanno
certamente previsti, acquistati in modo mirato rispetto alla mansione in cui si
devono usare e consegnati al personale con le indicazioni di merito (vedi
facsimile DPI sul C.D.).
Lo
scopo principale dell’utilizzo dei guanti è quello di costituire una barriera
fisica tra la cute delle mani e l’ambiente esterno.
I guanti
devono essere considerati un mezzo di protezione indispensabile per prevenire
rischi sul lavoro per contatto con sostanze chimiche o liquidi biologici.
I GUANTI, insieme al lavaggio delle mani,
rivestono un ruolo importante nella prevenzione delle infezioni. Il lavaggio
delle mani diminuisce la carica microbica normalmente presente sulle mani.
I guanti vanno sempre usati quando:
1.
Si eseguono
medicazioni o interventi di primo soccorso
2.
Esiste il rischio
di contatto con materiali biologici (sangue, urine, secreti)
3.
Esiste il rischio
di contatto con cute e mucose con evidenti lesioni o ferite
4.
La cute delle
mani dell’operatore presenta lesioni, ferite, escoriazioni
5.
Si manipolano rifiuti
o recipienti con materiali quali pannolini, garze, medicamenti.
6.
Si lavano
materiali o strumenti sanitari usati per la medicazione
7.
Si manipolano
prodotti chimici come
solventi, acidi, disinfettanti, detergenti, vernici, toner e altri prodotti la
cui Scheda di Sicurezza indichi l’uso di DPI adatti.
Regole importanti sui guanti
1. Sostituire i guanti se si interviene su bambini
diversi
2.
I guanti
monouso vanno cambiati dopo ogni uso e non riutilizzati
3.
Utilizzare guanti
della misura giusta e sostituirli se lesionati
4.
Usare guanti
adatti per ogni intervento (es. il guanto usato per pulire i servizi igienici
NON può essere lo stesso utilizzato per pulire le
cucine o le aule).
Dispositivi di protezione per il PERSONALE
Ausiliario e di Cucina
In cucina dove non può arrivare la
tecnologia interviene l’uomo ed in questo caso l’uso dei sistemi di lavoro e dei mezzi di protezione
individuale diventa preminente.
Scarpe di sicurezza:
Nelle lavorazioni in cui i pavimenti
risultano frequentemente unti o bagnati per lo spargimento inevitabile di
sostanze e quindi si presentano pericoli di scivolamento, l’uso delle scarpe di
sicurezza con suola antiscivolo specifica diventa obbligatorio.
Le scarpe di sicurezza devono essere
scelte in base all’effettivo rischio cui il personale è soggetto.
In linea di massima sia per il personale
addetto alle pulizie che per quello di cucina le scarpe devono avere le
seguenti caratteristiche:
- suola antiscivolo
- protezione al tallone con chiusura al
collo del piede per evitare che il piede esca dalla scarpa durante eventuali
spostamenti su pavimenti bagnati o sulle scale.
Guanti e pettorine in acciaio inox:
Per operazioni eseguite con la coltelleria
o con la sega tagliaossi è necessario l’uso di adeguati guanti ed eventualmente
di pettorine in acciaio inox
Guanti anticaldo:
Anche nella manipolazione di elementi
caldi, quali pentole e simili, l’uso dei dispositivi di protezione individuali
delle mani assume un ruolo importante.
Nell’acquisto dei
DPI è necessario controllare che siano forniti di marcatura CE di numero di
riconoscimento dell’organismo notificato e della nota informativa del
fabbricante sull’uso, sull’igiene.
Schema per la scelta dei guanti a seconda della mansione o
attività |
||
TIPO
DI GUANTO |
Mansione
- operazione |
Guanti
alternativi |
Guanti
sterili in
vinile o lattice |
Medicazioni
ed interventi su ferite aperte e sanguinanti |
Guanti
sterili in durapirene |
Guanti
NON sterili |
Prima
medicazione “sporca” Contatto con materiale organico Interventi
di igiene Manipolazione
rifiuti sanitari |
Preferire
quelli in vinile a quelli in lattice |
Guanti
in polietilene |
Attività
di tipo domestico Banali
cure igieniche |
|
Guanti
da cucina in gomma, lattice, vinile o neoprene (un paio di guanti per ogni attività
specifica) |
Lavaggio
stoviglie Pulizia
ambienti Pulizia
servizi igienici |
Preferire
quelli in vinile a quelli in lattice e meglio se hanno rivestimento interno
in cotone |
Guanti
in crosta ,meglio se impermeabili |
Manipolazione
rifiuti |
Guanti
in tela puntinati in PVC |
Gli
infortuni dovuti a cause elettriche negli ambienti di vita e di lavoro
costituiscono ancora oggi un fenomeno piuttosto rilevante.
L’entità
del danno generato da una scarica elettrica accidentale dipende dalla durata di
contatto. Il contatto accidentale può essere diretto (es. con un cavo elettrico
scoperto) o indiretto ( es. con una parte metallica che si trova sotto tensione
per un guasto).
Un
impianto elettrico a norma, una messa a terra regolarmente verificata in
termini di dispersione, la verifica periodica dello sgancio degli interruttori
differenziali sono certamente gli interventi che ogni Scuola deve mettere in
atto.
Come
materiale documentale ogni Scuola deve comunque certificare la qualità del
proprio impianto con:
b.
Denuncia (con apposito Modello B) dell’impianto di messa
a terra (verifica ogni due anni e dal 2002 ogni 5, da parte di elettricista
abilitato).
Abbiamo raccolto una serie di
comportamenti che vanno messi in pratica al fine di limitare al massimo il
rischio elettrico (Questi possono diventare procedure formalizzate dalla
Scuola).
Ø
NON
coprire i quadri elettrici con quadretti, poster o altro ed attivare
immediatamente gli elettricisti in caso di cavi, prese, spine deteriorate.
Ø NON toccare impianti o apparecchi
elettrici se si hanno le mani o le scarpe bagnate.
Ø Non rimuovere mai le canaline di
protezione dei cavi elettrici e NON tirare il cavo di alimentazione per
scollegare dalla presa la spina.
Ø
Conoscere
l’ubicazione del quadro elettrico centrale e di quelli di piano per intervenire
tempestivamente per togliere tensione in caso di necessità.
Le
attività didattiche nella Scuola ormai da diversi anni utilizzano
apparecchiature elettriche di supporto quali registratori, proiettori diapo,
televisori, videoregistratori, computer etc.
Per
ognuna di queste attrezzature è importante verificare la presenza di una
targhetta specifica che deve riportare:
-
Nome
del produttore
-
Marcatura
CE (che indica solo la possibilità di commercio in Europa e non sicurezza)
-
Uno
dei Marchi Europei di sicurezza (solo questi indicano accertamenti specifici)
-
tensione
di alimentazione (voltaggio ad es. 220 V)
-
potenza
elettrica assorbita (es. 1500 W)
-
frequenza
della tensione (es. 50 Hz)
-
simbolo
di doppio isolamento (questo indica che tale apparecchio può, anzi deve
funzionare, senza collegamento a terra).
Simbolo di doppio isolamento. In apparecchi con questo simbolo la spina
di alimentazione ha solo 2 spinotti
Allestimenti ed addobbi per le Feste
La
Scuola in alcuni periodi, specie quello natalizio, a differenza di altre
situazioni in cui ci si limita ad esporre i lavori degli alunni come
oggettistica o cartelloni, viene addobbata facendo uso spesso di piccole
istallazioni elettriche (luminarie, alberi di Natale, Presepi con illuminazione
etc.).
In
queste situazioni in genere NON si usa personale qualificato per l’istallazione
ed è necessario perciò porre attenzione ad alcuni interventi:
-
tutte
le catene luminose e luminarie in genere vanno acquistate in negozi
specializzati
-
le
luminarie elettriche devono essere in confezioni chiuse e riportare la
marcatura CE ed uno dei marchi di qualità (vedi tabelle qui sotto)
-
l’uso
di prolunghe, triple e ciabatte in genere va ridotto al minimo indispensabile
-
i
cavi ed i fili elettrici vanno ben controllati a vista prima della loro istallazione
-
tutte
le parti elettriche vanno staccate durante la notte e non posizionate vicino a
materiali combustibili come carta e legno se non adeguatamente isolati da essi.
Prima dell’acquisto
di una scala ad uso del personale della scuola è opportuno verificare per quali
utilizzi serve questa attrezzatura e scegliere quella più adatta.
Sono in
genere tre le tipologie di scale in commercio, tutte devono essere
costruite in conformità al DPR 547/55.
1.
Scale
a cavalletto a doppia salita:
devono essere realizzate con altezze da 2,00 a 4,00 m, con montanti e gradini e
pioli.
1.
Scale
semplici di diverse altezze: (conformità
data dal DPR 547/55). Importanti sono i piedini alla base dei montanti che
devono essere antiscivolamento
2.
Scale
a libro con o senza ripiano:
devono essere realizzate con gradini piani antiscivolo, altezza al piano di
lavoro da 1,20 a 3,75 m, eventuale vaschetta
portaoggetti alla sommità.
E’ assolutamente da VIETARE l’uso di sedie appoggiate sui banchi per raggiungere
posti in quota. Quando
un operatore della scuola lavora su una scala con alla base gli alunni non
deve avere con sé oggetti pericolosi che possano cadere, ma deve usare
una borsa portaoggetti.
In
molte attività della scuola spesso serve una scala più piccola e maneggevole.
In commercio esistono “sgabelli” omologati fino a 4 gradini che
DEVONO sostituire quelle situazioni pericolose fatte spesso con le sedie.
Sono
tante le persone che soffrono di mal di schiena, dolori al collo, dolori alle
braccia, tendiniti etc.; molti di questi disturbi, chiamati disturbi
muscolo-scheletrici (d.m.s.), spesso sono causati da posizioni di
lavoro scomode e/o ripetitive (posture scorrette), da cattive abitudini e
portano alla degenerazione dei dischi della colonna vertebrale, ad
affaticamento muscolare o ad infiammazioni tendinee.
I
disturbi muscolari
compaiono soprattutto perché nelle contrazioni muscolari statiche (es. lavori a
braccia sollevate a lungo) arriva ai muscoli interessati meno sangue del
necessario affaticandoli e rendendoli dolenti.
I
disturbi articolari
(alla mano, al polso, al gomito, alla spalla) che possono anche interessare
nervi e tendini sovraccaricati e/o infiammati, ad esempio nei movimenti
ripetitivi e rapidi, effettuati per molte ore sul lavoro, possono portare anche
possibili dolori alle articolazioni interessate (es. sindrome tunnel carpale,
epicondiliti, periartriti).
Le
patologie ed i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico si sviluppano
gradualmente nel tempo come prodotto di sollecitazioni meccaniche ripetute.
?
Se il
lavoro costringe a stare in piedi per
molte ore utilizzare un piccolo sgabello
sul quale appoggiare, alternando i piedi.
?
Se si
è costretti ad arredi a misura di bambino, procurarsi una sedia da adulto ed
alternare la postura sulla sedia dei piccoli con quella sulla sedia da adulto.
?
Verificare
che il proprio piano di lavoro sia all’altezza giusta in modo che le spalle e
le ginocchia possano rimanere rilassate e quando si lavora a schiena flessa
verso i bambini piegare il più possibile le gambe o sedersi al loro fianco.
?
In
posizione seduta i piedi devono essere appoggiati a terra e la schiena
appoggiata al supporto lombare della sedia. Evitare sempre la torsione del
tronco con pesi.
?
Alternare,
appena possibile, la posizione seduta con quella in piedi, almeno ogni ora.
?
Evitare
l’uso di sedili senza schienale, NON stare seduti con schiena
piegata/ingobbita.
Norme di comportamento generali sulla
movimentazione di bambini
Sollevare pesi, assumere e mantenere
posture scomode sono due tra i problemi che più colpiscono gli operatori di
alcuni settori della scuola. A questo si collega la comparsa di episodi
dolorosi di varia intensità, spesso localizzati al tratto dorso-lombare della
colonna.
Il rispetto delle corrette tecniche di
sollevamento è un punto fondamentale per ridurre il carico della colonna e
quindi il rischio di disturbi e patologie dorso-lombari.
Le tecniche di sollevamento variano in
relazione alla tipologia ed entità del peso da sollevare (es. secchio con
acqua, scatolone, bambino etc.), ma anche, per le insegnanti al grado di
collaborazione che il bambino, in base all’età o ad un eventuale handicap, è
capace di offrire.
Le corrette tecniche di movimentazione fanno riferimento a questi principi :
La
Tabella per verificare il livello di frequenza di sollevamento in rapporto al
peso sollevato, che va utilizzata nella valutazione del rischio movimentazione
nella Scuola, è la seguente:
Tabella
sui livelli di frequenza |
|
Tabella sui pesi massimi consentiti |
||||
Peso massimo sollevabile |
Frequenza di sollevamento |
|
Livello di attenzione |
Età e sesso |
||
Maschi Femmine |
Tutta la giornata |
|
|
|
||
18 Kg 12 Kg |
1 volta ogni 5 minuti |
|
Kg 30 |
Maschi adulti |
||
15 Kg 10 Kg |
1 volta ogni minuto |
|
Kg 20 |
Femmine adulte |
||
12 Kg 8 Kg |
2 volte al minuto |
|
Kg 20 |
Maschi adolescenti |
||
6 Kg 4 Kg |
5 volte al minuto |
|
Kg 15 |
Femmine adolescenti |
||
Generalmente
l’ufficio è considerato un ambiente sicuro perché, a prima vista, non presenta
pericoli incombenti. Ma anche in questa attività specialmente se necessita di
una posizione fissa, in particolare quella seduta al videoterminale, si possono
riscontrare danni alla salute soprattutto a carico della colonna vertebrale,
della muscolatura del dorso e del sistema venoso degli arti inferiori.
Questi danni
derivano principalmente da posizioni (posture) scorrette e per questo anche
l’organizzazione del lavoro degli uffici deve essere impostata tenendo conto
dell’inserimento di pause in cui svolgere attività in posizioni diverse, in
piedi, camminando, spostandosi più volte etc, così da mantenere attiva la
muscolatura del dorso e delle gambe e facilitare la circolazione venosa degli
arti inferiori.
E’ importante
quindi osservare queste 10 regole:
1.
Non
mantenere una posizione fissa per più di 45 minuti
2.
Alternare
le diverse attività del lavoro d’ufficio
3.
Stare
seduti con la schiena ben appoggiata allo schienale
4.
Tenere
i piedi appoggiati a terra e non sulle razze della sedia
5.
Non
stare “ingobbiti in avanti, ma tenere il busto eretto
6.
Mantenere
sempre gli occhi tra 50 e 70 cm dal monitor
7.
Dotare
le finestre alle spalle o di fronte al monitor di veneziane
8.
Posizionare
lo schermo ad un angolo di 20° rispetto agli occhi
9.
Volgere
periodicamente lo sguardo oltre i 6 mt
per riposare gli occhi
10. Mantenere pulita la propria postazione di lavoro.
L’ergonomia nel lavoro
d’ufficio
La scienza che studia il rapporto ottimale tra l’uomo
e gli oggetti che usa nel suo ambiente di lavoro si chiama ergonomia ed
i principi ergonomici servono ad evitare posizioni scomode, scorrette e poco
sicure e quindi prevenire i possibili danni alla salute che queste provocano.
Questo significa che tavoli, sedili, tastiere,
videoterminali devono essere regolabili a seconda della statura e della
corporatura di chi li usa. Ai videoterminalisti si consiglia spesso anche l’uso
del poggiapiedi, delle sedie con rotelle a 5 razze e la possibilità di regolare
le distanze tra l’operatore ed il videoterminale in quanto non solo il corpo è
interessato alle misure di sicurezza, ma anche gli occhi devono essere
salvaguardati nelle attività di ufficio.
In ufficio sono importanti anche le condizioni
microclimatiche, cioè umidità e temperatura devono essere adeguate e
regolabili, ma anche l’illuminazione deve evitare riflessi fastidiosi o forti
differenze e contrasti che affaticano la vista degli operatori.
Lo schermo del VDT deve essere posto ad una
distanza tra 50 e 70 cm dagli occhi (per un 15/17 pollici) ad un angolo di 20°
rispetto agli occhi ed orientato a 90° rispetto alla luce delle finestre.
L’ufficio deve
avere una dimensione tale da permettere di poter volgere lo sguardo oltre i 6
mt (sguardo all’infinito) ossia poter vedere fuori dalla finestre o verso una
distanza oltre i 6 metri. Questo esercizio di distogliere gli occhi dallo
schermo e guardare periodicamente all’infinito serve a riposare la vista.
Esempi di posizioni ed arredi conformi per una
postazione al VDT La Legge
29.12.00 ha individuato come lavoratore videoterminalista colui che deve
svolgere almeno 20 ore medie settimanali al Vdt. La stessa
norma ha inoltre prescritto che tutte le postazioni ai Vdt devono essere
conformi all’Allegato VII del D.Lgs. 626/94.
La Legge Comunitaria 2002 approvata con la Legge n. 14
del 3 febbraio 2003 all’art 7. ha introdotto una modifica all'articolo 55 del
D.Lgs.626, che porta una novità importante a carico dei Dirigenti scolastici,
infatti si dice:
"… Il datore di lavoro fornisce, a sue spese, ai
lavoratori addetti ai Vdt, i dispositivi speciali di correzione (occhiali),
in funzione dell'attività svolta, qualora i risultati degli esami di cui ai
commi 1, 3-ter e 4, ne evidenzino la
necessità e non sia possibile utilizzare i dispositivi normali di correzione (occhiali)".
“…Un vero grande uomo non rallenta nel
perseguire fino alla riuscita ciò che ha cominciato, sebbene incombano migliaia
di ostacoli…”
Saggezza indiana
I
casi di emergenza hanno luogo quando si verifica all'interno della Struttura
scolastica qualsiasi fatto anormale che possa costituire fonte di pericolo per
il personale, gli allievi o il pubblico in genere, per gli impianti o
attrezzature, per l'ambiente interno od
esterno.
Ogni
Scuola deve quindi dotarsi di un PIANO DI EMERGENZA ed EVACUAZIONE in grado di
permettere una corretta gestione degli eventi di pericolo che possano
concretizzarsi durante le attività scolastiche.
I vari casi di emergenza, a seconda della natura ed entità
presunte del pericolo, si possono ricondurre in generale a due Livelli con due
diversi tipi di interventi:
1°
LIVELLO Emergenza gestibile e risolvibile dagli addetti antincendio della
scuola.
Emergenza
le cui conseguenze si prevedono limitate ad una zona ristretta e circoscritta
di un’area che non coinvolge l'intera Struttura. Può essere risolta dal solo
personale presente al momento dell’evento e/o con l’aiuto degli addetti delle
squadre antincendio.
Prevede una evacuazione parziale, cioè limitata
all’area o piano della Struttura
coinvolto.
2°
LIVELLO Emergenza gestibile e risolvibile solo da Enti Esterni
Emergenza
le cui conseguenze possono interessare l'intero Edificio, oppure quando
un'emergenza, inizialmente a carattere locale, tende successivamente ad
estendersi a tutta la Struttura . E’ inizialmente affrontata dalla Squadra
Antincendio della Scuola, ma necessita dell’intervento di Enti esterni (Vigili
del Fuoco, ambulanze, ecc.).
Prevede
una evacuazione parziale o totale a seconda della gravità.
Allarme Estintore Idrante
Antincendio Indicazione
Indicazione Punto di direzione uscita direzione uscita di raccolta di emergenza
emergenza disabili
Comportamenti durante le Emergenze
L’incendio
costituisce il caso di emergenza più significativo in termini sia di entità dei
danni alle persone e alle cose, sia di probabilità di insorgenza, che di
eventualità di EVACUAZIONE.
Un
incendio può interessare l’edificio scolastico sia dall’interno che per una
emergenza proveniente dall’esterno della Scuola.
|
|
· Allontanarsi dall’area dell’emergenza
usando unicamente le vie di fuga prestabilite. · Se si trova fumo lungo il percorso di
fuga camminare chinati e respirare tramite un fazzoletto, preferibilmente
bagnato. · Non cercare di portare con sé oggetti
pesanti o voluminosi che rallenterebbero l’esodo. · Se le strutture sono state attaccate
dal fuoco, spostarsi con grande prudenza, saggiando la resistenza del
pavimento, di gradini e pianerottoli prima di caricare tutto il peso del
corpo. · Tenersi rasente ai muri, dove la
resistenza del pavimento è maggiore. · Tenersi lontano dai muri con presenza
di crepe, specialmente quelle orizzontali che indicano una maggior
tendenza al crollo.
Comportamenti da tenere in caso di evacuazione
Sono quegli
operatori della scuola, specificatamente designati, che hanno partecipato ad un
Corso di formazione specifico, che, in caso di focolaio di incendio, sono
abilitati per l’intervento.
Solo questi hanno il compito di utilizzare
i mezzi mobili di estinzione (estintori, manichette, ecc.) e di intervenire sui
piccoli focolai.
In caso di incendio i loro compiti
sono così riassumibili:
·
Impedire
l’accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza.
·
Iniziare
l'opera di estinzione solo con garanzia di una via di fuga sicura alle spalle.
·
Allontanare
gli automezzi che possono intralciare l’opera di contenimento dell’emergenza.
·
Porre
attenzione, nello svolgere l’operazione, a non ostacolare l'arrivo di eventuali
mezzi di soccorso esterni.
·
Fornire
ai VVF tutte le informazioni utili per una rapida risoluzione dello stato di
emergenza, quali: il luogo ed il tipo di incendio, i materiali infiammabili
interessati, gli impianti coinvolti, i mezzi e le attrezzature antincendio e di
emergenza disponibili (motopompe, idranti, estintori, mezzi protettivi, ecc.) e
la loro ubicazione.
Gli addetti al
primo soccorso sono coloro che intervengono in caso di lesioni, malori o danni
in genere al personale della Scuola.
Sono quegli operatori,
specificatamente designati, che hanno partecipato ad un Corso di formazione
specifico e sono quindi abilitati per l’intervento.
Hanno il compito di utilizzare i pacchetti
di medicazione e di attivare e/o fare intervenire eventuali soccorritori
esterni (es. 118).
Durante l’anno devono preoccuparsi di
controllare il contenuto dei pacchetti di medicazione, sostituire l’eventuale
materiale scaduto, controllare che i medicinali non siano accessibili ai
bambini e contenuti in una armadietto chiuso, mantenere un buon livello di pulizia
ed igiene nell’eventuale camera di medicazione.
Sono considerati
addetti all’Evacuazione tutti i dipendenti della Scuola presenti in quel
momento in servizio.
Essi hanno l’incarico di collaborare allo
sfollamento ordinato dell’area interessata dall’emergenza qualora fosse
necessario sfollare parzialmente o totalmente la struttura della Scuola.
Tutti i docenti hanno la precisa
responsabilità, durante l’evacuazione dell’edificio, di tutti gli alunni a loro
affidati.
La gestione delle emergenze nella scuola
consiste essenzialmente nello studio di tutte le situazioni di pericolo e nella organizzazione per fronteggiare
l’emergenza stessa.
Lo strumento operativo che il 626 prevede
è costituito dal PIANO di EMERGENZA e dalle esercitazioni per mettere in atto
quanto descritto in termini operativi dal Piano.
E’ obbligo effettuare una Esercitazione o Simulazione di
una emergenza con evacuazione dell’edificio ALMENO 1 volta nell’anno
scolastico
e di tenere un
Verbale della prova effettuata
Nelle Scuole
tale esercitazione deve semplicemente coinvolgere personale ed alunni per verificare la
conoscenza delle vie di esodo, del sistema di allarme e dei punti di raccolta,
nonché i compiti del personale adulto.
Le simulazioni vanno ripetute ogni
anno sperimentando diverse possibilità di pericolo: a. incendio in cucina o alla centrale
termica b. incendio esterno alla scuola c. incendio mentre tutti sono in mensa d. incendio durante l’intervallo e. evacuazione per segnalazione di un
ordigno a scuola f.
incidente industriale esterno alla scuola etc.
La simulazione va
preparata anche con gli alunni tenendo però presente che nell’età da i 2/3 ai
6/7 anni i piccoli fanno fatica a comprendere una simulazione della realtà e
quindi potrebbero anche spaventarsi se gli insegnanti cominciassero a dire che
c’è un incendio e che bisogna uscire dalla scuola.
Per i bambini della Materna si consiglia
di inventare un gioco (il gioco del bruco ad esempio) che verrà ripetuto più
volte durante l’anno per poter mantenere i bambini in fila, sotto controllo ed
addestrati a seguire un percorso (es. delle impronte colorate che portano in un
luogo sicuro all’esterno).
Per i bambini dai 7 ai 10 anni e per i ragazzi delle medie è invece fondamentale che ogni
gruppo-classe segua questo livello di organizzazione:
-
2
alunni aprifila , 2 chiudifila e 2 addetti all’aiuto di eventuali disabili
-
esercitarsi
a riconoscere il sistema di allarme della scuola,
-
esercitarsi
ad uscire dalla scuola senza correre seguendo le vie di esodo prestabilite e
verificate con gli insegnanti,
-
esercitarsi
a mantenere il silenzio ed a non raccogliere il proprio materiale.
Dopo ogni Esercitazione redigere un Verbale con:
1. il numero di persone adulte e
bambini/ragazzi coinvolti
2. il tempo impiegato ad evacuare l’intero
edificio
3. il rispetto dei compiti da parte degli
adulti (chi ha sganciato l’impianto elettrico, chi ha dato l’allarme, chi ha
controllato tutti i locali etc.)
4. come si è sentito il segnale di allarme e percorse le vie di esodo
5. il comportamento generale di adulti e
ragazzi e nei confronti di disabili.
La gestione del PANICO
Il
panico è una forte paura, collettiva o individuale che provoca alterazioni nei
comportamenti e reazioni irrazionali, può avere manifestazioni che, se
incontrollate, costituiscono un elemento di pericolo.
Lo scopo della paura è puramente biologico,
assolve alla funzione di proteggere l’organismo. Da questo punto di vista, la paura-possiamo
dire anche l’ansia-se mantenuta a livelli tollerabili, assolve questa funzione
di protezione dell’organismo, preparandolo all’azione. La funzione protettiva
significa che l’organismo si protegge dall’aggressione immediata, contingente,
per preparare un’azione di risposta, una reazione.
Quindi la paura ha una doppia faccia, dal
punto di vista biologico: da un lato mette l’organismo nelle condizioni di
attenuare le minacce, i rischi contingenti presenti, dall’altro lato di
preparare l’organismo a elaborare uno schema di risposta che possa far fronte
allo stimolo negativo.
La paura si trasforma in panico quando
l’organismo non riesce ad elaborare una strategia, quella che normalmente viene
chiamata “strategia di salvezza”, una contromossa, una risposta positiva che
possa far fronte agli stimoli negativi. L’organismo umano, ma non soltanto il
nostro, grazie alla biologia è addestrato molto più di quanto non si creda a
fornire risposte agli stimoli negativi per una semplicissima ragione: che
l’organismo umano, come gli organismi viventi in generale, vive in un ambiente
in cui è dominante la presenza di stimoli negativi. Questo vale per gli
animali, ma vale anche per noi: la presenza di stimoli negativi è dominante.
L’organismo umano è molto più preparato di quanto normalmente non si creda.
L’unica
strada per poter approfittare o sviluppare questa caratteristica, è quella
dell’addestramento.
Pertanto
è necessaria la diffusione di una “cultura della gestione dei pericoli”, che
prepari l’individuo a prendere coscienza della possibilità del verificarsi di
un evento calamitoso e fornisca le informazioni utili per elaborare risposte
per far fronte al suo verificarsi e così far ridurre le reazioni distruttive.
La procedura di evacuazione dell’edificio
scolastico fornisce gli elementi indispensabili per permettere un deflusso
rapido, razionale e ordinato. L’applicazione della procedura verificata durante
le prove periodiche di evacuazione, limita il rischio di reazioni negative, in
particolare il panico, che può anche spingere ad una “fuga isterica collettiva”
con conseguenze immaginabili.
Quindi
il piano di evacuazione, con il percorso conoscitivo necessario per la sua
realizzazione, può dare un contributo fondamentale nel consentire di:
v
Essere
preparati a situazioni di pericolo
v
Stimolare
la fiducia in se stessi
v
Indurre un
sufficiente autocontrollo per attuare comportamenti razionali e corretti
v
Controllare
la propria emozionalità e saper reagire all’eccitazione collettiva
(estratto da Progetto Scuola Sicura a San Giovanni Rotondo)
Lo scopo della segnaletica di sicurezza è quello di
attirare l’attenzione e fornire in modo rapido, incisivo e facilmente
comprensibile informazioni relative ad oggetti o situazioni di pericolo, nonché
dare avvertimenti specifici.
Nella Tabella riassumiamo i colori di sicurezza, il
loro significato e le indicazioni che danno alla lettura del segnale. Alcuni di
questi segnali sono anche quelli che più normalmente vengono utilizzati anche
nelle scuole.
Ricordiamo che il Decreto legislativo 14 agosto 1996,
n. 493 prevede all’art.2 precisi obblighi per il datore di lavoro e relative
sanzioni, in particolare:
“ ... Quando, anche a seguito della valutazione
effettuata in conformità all'art .4 comma l, del D.Lgs. 626/1994, risultano
rischi che non possono essere evitati o sufficientemente limitati con misure,
metodi, o sistemi di organizzazione del lavoro, o con mezzi tecnici di
protezione collettiva, il datore di lavoro fa ricorso alla segnaletica di
sicurezza ........, allo scopo di ...”
a. avvertire di un rischio o di un pericolo le persone
esposte;
b. vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo;
c. prescrivere determinati comportamenti necessari ai
fini della sicurezza;
d. fornire indicazioni relative ad uscite di sicurezza o
ai mezzi di soccorso di salvataggio;
e. fornire altre indicazioni in materia di prevenzione e
sicurezza.
COLORE DI SICUREZZA |
FORMA |
SIGNIFICATO - SCOPO |
INDICAZIONI |
ROSSO |
|
Segnali di
divieto |
Evitare Atteggiamenti pericolosi |
ROSSO |
|
Pericolo – allarme |
Alt,
arresto Dispositivi
di Interruzione Dispositivi
di Emergenza Sgombero |
ROSSO |
|
Materiali ed attrezzature antincendio |
Identificazione ed Ubicazione delle attrezzature |
GIALLO o
GIALLOARANCIO |
|
Segnali di
avvertimento |
Attenzione, Cautela,Verifica |
AZZURRO |
|
Segnali di prescrizione |
Comportamento o azione specifica Obbligo indossare mezzo sicurezza |
VERDE |
|
Segnali di
Salvataggio o di Soccorso |
Porte, Uscite Percorsi, Materiali Postazioni, Locali specifici |
Si riportano di seguito i segnali di
sicurezza che generalmente si usano nelle scuole
ROSSO - Segnali di divieto:
Vietato usare fiamme libere |
Vietato spegnere con acqua |
Non usare in caso di incendio |
ROSSO - Pericolo-allarme:
Allarme
antincendio |
Interruttore
elettrico generale (manovrare solo in caso di incendio) |
Valvola
intercettazione combustibile, (manovrare solo in caso di incendio) |
ROSSO - Materiali ed attrezzatura antincendio:
Estintore |
Idrante |
Lancia antincendio |
Attacco VV.F. |
GIALLO O GIALLOARANCIO AZZURRO
Segnali di avvertimento: Segnali
di prescrizione:
Pericolo
di caduta |
Alta
temperatura |
|
Versare i rifiuti nell’apposito
contenitore |
Lavarsi
le mani |
VERDE - Segnali di salvataggio o di soccorso:
Equipaggiamento
di pronto soccorso |
Indicazione
direzione uscita di emergenza |
Telefono
per salvataggio e pronto soccorso |
Punto
di raccolta |
“ .. Trova il tempo di
riflettere, è la fonte della forza.
Trova il tempo di
giocare, è il segreto della giovinezza.
Trova il tempo di
leggere, è la base del sapere …”
Antica ballata irlandese
In questo capitolo sono presi in considerazione solo
quelle condizioni generali di un ambiente di lavoro come quello scolastico che
sono spesso le cause legate agli infortuni più comuni sia per gli operatori che
per i bambini ed i ragazzi.
In capitoli specifici sono stati analizzati alcuni
rischi (infettivo, chimico, movimentazione, elettrico ...) ed i principali
interventi preventivi e protettivi che per questi fattori di rischio vanno mesi
in atto in ogni scuola, soprattutto come comportamenti individuali da parte
degli adulti ed a difesa dei bambini e dei ragazzi.
Per gli infortuni a scuola vanno considerate oltre
alle cause anche i costi che un infortunio comporta non solo a carico della
scuola, ma anche come costi sociali.
Costi legati all’assenza dal lavoro v
Ore perse v
Costi
diretti v
Costi
indiretti v
Produttività v
Qualità
Servizio v
Reputazione v
Ripercussioni
educative Si usa raggruppare in 3 grandi categorie le cause
di infortunio sul lavoro: a.
le condizioni
pericolose di ambienti, organizzazione del lavoro, materiali, attrezzature; b.
le azioni
pericolose ed i comportamenti scorretti; c.
le
manchevolezze individuali.
a. Le condizioni pericolose da tenere sempre sotto
controllo in una Scuola sono:
è cattivo stato o usura di pavimenti, rampe, scale,
piattaforme, ascensori, scale portatili;
è eccessiva polverosità, temperatura e rumorosità;
è scarsa illuminazione ed aerazione dei locali di
lavoro;
è scarsa conoscenza nell’uso di sostanze chimiche
pericolose;
è carico di lavoro che porta a tempi e ritmi di lavoro
ristretti e/o accelerati.
b. Fra le azioni pericolose compiute dai lavoratori della
Scuola le più diffuse sono:
A mancato uso o uso improprio di protezioni individuali;
A posizioni pericolose (come salire su sedie poste su
banchi);
A maneggiare sostanze pericolose senza le dovute
conoscenze e precauzioni;
A usare prolunghe e triple in eccesso.
c. Tra le manchevolezze individuali le più comuni sono:
" la scarsa attenzione alle misure preventive e
protettive;
" la fretta e l’eccessiva confidenza con i fattori di
rischio;
" la stanchezza sottovalutata e/o la non conoscenza di
un fattore di rischio.
Alcune norme di comportamento individuale e collettivo
vanno considerate in generale per la sicurezza e la salute di tutti e per una
buona igiene del lavoro.
Queste indicazioni sono certamente volte a prevenire o
ridurre il numero degli infortuni.
a) ogni ambiente della scuola deve essere ordinato
e deve avere una regolare pulizia e manutenzione.
b) i pavimenti e tutti i luoghi destinati al
passaggio NON devono presentare buche o sporgenze pericolose, possibilità di
scivolamento o caduta e NON devono essere ingombrati da materiale;
c) le zone con pericoli specifici (es. centrale
termica, laboratorio chimico etc.) devono essere segnalate e chiunque
debba accedervi deve essere autorizzato dal responsabile della scuola.
d) Le sostanze chimiche vanno conservate in
appositi armadi chiusi ed occorre mantenere sempre tali sostanze in recipienti
chiusi e chiaramente etichettati, NON ACCESSIBILI AI BAMBINI;
e) prima di utilizzare qualsiasi apparecchio o
macchinario leggere il manuale d’istruzioni ed attenersi a quanto
riportato.
f) Prevedere sempre controlli periodici e manutenzione
regolare di attrezzature e macchinari, specie quelli elettrici.
g) le uscite di emergenza e le apparecchiature antincendio
devono essere tenute libere e facilmente
accessibili.